Recensione di Sergio de Cristofaro (Libreria Fanucci)
Anime nel futuro
Di Cory Doctorow
416 pagine
16 Euro
Mirabolante ed immaginifico. Questa è la prima cosa che mi viene in mente, la mia reazione emotiva alla lettura del libro. Infinitamente ricco di spunti di riflessione e di pura potenza creatrice, anime nel futuro colpisce, stimola e scardina in un solo colpo l’intera struttura dell’immaginario collettivo e il background culturale del romanzo di fantascienza. L’ambientazione è originalissima, forse un pò strampalata, e lo sviluppo narrativo e ampio e genuino (la storia d’amore è forse anche troppo genuina, forse volutamente tardoadolescenziale). Ricorda William Gibson (cui viene paragonato a quanto leggo) nel modo di accostarsi alla tecnica (reificazione della persona, animazione delle cose; il confine tra oggetto e persona è quasi inestinente in questo romanzo) e nel gusto di contaminare allucinazioni visive con tematiche dell’impegno sociale (l’ambientalismo e il multiculturalismo sono cause apertamente sposate nel libro per esempio), ma l’atteggiamento di fondo è diverso: mentre Gibson proietta il presente nel futuro (ciò gli rende possibile pensare il cyberspazio), Doctorow fa il percorso inverso proiettando il futuro nel presente, prendendo personaggi futuristici (irreali) ma trattandoli e caratterizzandoli come persone del mondo d’oggi. In un certo modo anime nel futuro non è un vero romanzo di fantascienza, ma un romanzo fantastico. Come detto in precedenza gli spunti di riflessione sono presenti in gran numero: l’universalismo, la tecnica, l’annichilimento della persona (il protagonista viene chiamato con tanti nomi diversi, ma tutti che cominciano con la A, da intendersi come serializzazione della persona) ecc., ma restano tutti solo abbozzati. La potenza riflessiva di questo romanzo è decisamente inferiore alla sua potenza evocativa, anzi si può dire che il libro manca di qualsiasi tipo di struttura coesiva; per questo l’ambientazione originale e piena di potenzialità resta ibrida, non si capisce bene in che mondo siamo, la natura antropomorfica dei personaggi non umani andava approfondita, il protagonista è figlio di una montagna e una lavatrice ma non viene descritto fisicamente in maniera compiuta, così come i suoi fratelli e soprattutto non se ne da una giustificazione: come è possibile? ma soprattutto perchè? a quale scopo? tutto resta una potente metafora/allucinazione visuale, ma una metafora/allucinazione senza fondamenta.
Doctorow riversa nel libro un’immane quantità di idee, di informazioni; spazia da un capo all’altro della natura umana, dando al suo romanzo grandi aspirazioni e respiro (forse c’è addirittura troppa carne al fuoco), aspirazioni che però restano talvolte disattese. Per questo motivo il romanzo non sembra scritto ma copia&incollato direttamente dalla mente dell’autore; la sorte di questo romanzo (e la personalità del suo autore) non sono estranee alla natura intrinseca del romanzo stesso; aperto, incompiuto, frammentario, di grande impatto, visionario, è molto più adatto alla dispersione via internet che alla polvere della libreria. Il testo ha grande fluidità, immediatezza, tratti di genio ma non raggiunge mai la concreta struttrazione del Libro.
Un’ultima notazione: divertente da leggere ma richiede un enorme sforzo di immaginazione e grande fiducia perchè la storia non è sempre credibilissima. Se non si viene rapiti (come è successo a me) dal campionario di trovate e dalla grande fantasia del narratore, si rischia di non arrivare alla fine del libro e di non capire niente.
Un libro che consiglierei a… Non necessariamente a chi legge fantascienza; ma a chi apprezza i poemi visuali e a chi da un libro non cerca risposte ma solo il godimento della lettura stessa.
Fonte: http://www.fanucci.it/rassegnastampa/Recensione%20Anime%20nel%20futuro.pdf